Mediogioco: parola composta che significa letteralmente (più o meno) gioco a metà della partita.
Ma quando possiamo dire siamo in mediogioco, come valutarne i meandri della posizione che abbiamo davanti, ma soprattutto che cosa pensano i giocatori per ore in questa fase?
Mah... ognuno la può pensare come vuole e ci sono varie interpretazioni date da autorevoli Autori sulla definizione di mediogioco:
alcuni la definiscono semplicemente la fase di passaggio dall'apertura al finale (grande scoperta!);
altri dicono che è il momento in cui si concretizzano i prodotti dell'apertura con varie minacce, minaccette e sotterfugi;
altri ancora hanno cercato di farlo iniziare dopo un determinato numero di mosse! Ad es. quanti avranno sentito la logica seguente: nella prima decina di mosse si è nell'apertura, dopo ti fai un bel mediogioco ed al termine ti giochi il finale; scusate, ma ci sono aperture che finoscono anche attorno alla ventesima mossa o giù di lì, quindi boccerei quest'ultima definizione.
Altri ancora dicono che il mediogioco finisce quando vengono cambiate le Donne o le Donne ed i pezzi pesanti, quindi vorrebbe dire che il mediogioco si ha solo con la Donna che scorrazza per le 64 caselle?
Chi ha una visione più teologica preferisce dire che è stato Dio a inserire il mediogioco tra apertura e finale per allungare la partita.
Ma tutte queste versioni dicono tutto e non dicono niente.
Un libro che, anche se datato, dal mio punto di vista aiuta molto è
Il Mediogico nella moderna partita a scacchi di Snosko-Boronsky.
La logica di fondo per dire <siamo nel mediogioco> potrebbe essere la seguente:
la maggior parte dei pezzi (miei e/o del nemico di turno) sono idealmente pronti a dar battaglia e la posizione è tale che è arrivato il momento di scegliere in modo chiaro e definito il piano di battaglia (pur mantenendo ancora qualche possibilità di cambiamento).
La Donna è essenziale? Nella vita forse, sulla scacchiera NO.
Infatti le cose possono essere complicate e difficili anche senza le Donne, ad es. se è l'unico pezzo cambiato significa che tutti gli altri sono ancora sul campo a fare casino, ed anche notevole.
Viceversa le posizioni di mediogioco possono essere semplici e lineari anche con le Donne in campo.
Quindi non diamo alle Donne ciò che non devono avere (e questa non è discriminazione!).
Ancor più importante del mediogioco, che ognuno gli può dare la definizione che più gli aggrada, è rilevante saper cogliere il momento di passaggio dall'apertura al mediogioco e dal mediogioco al finale. Perchè anche se una partita dovrebbe seguire una logica lineare, di fatto nei tre momenti della partita cambia l'obiettivo del giocatore:
Apertura => preparazione,
Mediogioco => concretizzazione,
Finale => Annientamento.
Diversi obiettivi equivalgono a diverso modo di porsi le domande sul da farsi, al diverso modo di ragionare e di scegliere la disposizione dei pezzi. Caso eclatante è il Re: in Apertura e Mediogioco lo si mette e si lascia al sicuro, in finale diventa il beniamino della contrada ed un protagonsista non indifferente dell'opera che si sta giocando.
Riassumendo: che abbiamo detto finora?
A noi sta a dire cosa sia il mediogioco. Oserei affermare, ma questo è solo un mio pensiero, che non è solo la posizione sulla scacchiera a definire in che fase della partita siamo, ma è la disposizione mentale del giocatore a definire se è nel suo mediogioco. Suo? E che significa?
Se accettiamo l'idea sta al giocatore disporsi mentalmente e dire sono in mediogioco, allora l'avversario la può pensare diversamente, quindi questa fase della partita può essere vissuta in un modo da tale giocatore Caio ed in un altro modo da tale giocator Sempronio. Esemplifico dicendo cose che per alcuni dogmatici potrebbero essere delle gran c.....e, ma sono un promotore del pensare alternativo.
Una variante che gioco spesso e con ottimi risultati è la
Variante di cambio della Spagnola:
1.e4 e5 2.Nf3 Nc6 3.Bb5 a6 4.Bxc6 dxc6 5.O-O
Sono passate solo cinque mosse ma ogni volta che la faccio io penso: <per me l'apertura è finita, adesso concretizziamo il vantaggio>, difatti lo sviluppo sul lato di Re è finito e, in base alle scelte del Nero, si deciderà se giocare al centro o sul lato di Re o, raramente, su quello di Donna, ma dopo d3 o d4 il Bianco sa già cosa fare: le Torri stanno bene dove sono, il tre pedoni a-b-c stanno bene dove stanno finchè il Nero non inizierà a minacciarli o ad avanzare i suoi, resta solo dividere per bene la scacchiera in due e farsi un pedone passato ed il gioco è fatto.
Obiettivo? Cambiare i pezzi ed entrare dritto dritto nel finale, e se nel frattempo si creano altre debolezze tanto meglio.
Il Nero d'altro canto non ha un pezzo fuori, non ha arroccato, ed ha un debolezza, quindi per lui è logico pensare di essere ancora invischiato nella fase di apertura il cui obiettivo è svilupparsi e arroccare, cosa non facile nè immediata se il Bianco invece che giocare lentamente come si fa in genere in Apertura inizia subito l'attacco al centro o su un'ala.
Quindi direi che questa è una prova palese che è il giocatore a definirsi in che fase della partita è. Può sembrare una logica anomala, infantile, e chi più ne vuol dire dica, ma non è comunque una filosofia da buttare via.
Infatti è importante saper cambiare punto di vista: passare dai pezzi al giocatore, i primi come emanazioni delle volontà del secondo.
Altra domanda a cui rispondere. Che penseranno mai i giocatori nel loro tempo? Mistero della fede.
C'è chi dice: penseranno a tutte le varianti e sottovarianti ed alle loro conseguenze.
Ma io dico, se TU hai scelto un'apertura dovresti padroneggiarne bene il mediogioco e gli obiettivi senza star tanto a perderci tempo.
La Siciliana si prefigge determinati obiettivi, la Spagnola idem, la Caro-Kann pure, la Slava anche,...
Quindi le risposte logiche sono:
- il tuo avversario non sa una pippa di apertura e sta improvvisando sulla fase successiva quindi deve perdere tempo a trovare un piano;
- il tuo avversario non si fida delle tue mosse;
- il tuo avversario non si fida delle sue mosse;
- il tuo avversario non si fida nè delle tue nè delle sue mosse quindi le analizza tutte fino a raggiungere uno stato di emicrania concentrata;
- il tuo avversario sta cercando di leggerti il pensiero e prevedere tutte le tue alternative a cui lui potrà rispondere in un dato modo a cui tu poi controbatterai cosà e così via fino al finale ed al gong della bandierina;
- il tuo avversario non sta pensando alla partita, ma ad altre partite o ad affari suoi;
- al tuo avversario piace mantenerti sulle spine;
- il tuo avversario sa cosa fare, ma vuole vedere se lo sai anche tu (in pratica vuole vedere la tua faccia mentre passa da uno stato calmo ad uno di completa agitazione perchè non sai cosa sta pensando, specialmente se nel frattempo sta annuendo al suo amico immaginario).
Sono tutte logiche anche se forse alcune dipendono dal livello di gioco, ma sono tutte possibili.
Visto che però ci siamo un pò discostati dal tema mediogioco al tema pensiero, lasciatemi darVi un consiglio: pensate mentre pensa l'avversario a cosa rispondere quando muoverà, e se la mossa che avete pensato è quella che gioca rispondete velocemente così Lui si preoccuperà di una tal rapida reazione.
In effetti non è sempre utile pensare alle risposte dell'avversio finchè tocca a Voi il tratto dato che potreste non aver previsto cosa farà il Tizio davanti a Voi. E' più facile immaginare cosa potrebbe Lui fare sul momento e a come invece Voi rispondete. Inoltre il vostro orologio vi ringrazierà sicuramente.
Direi che per ora è tutto. Dal prossimo articolo mi diletterò a riportare i mediogiochi standard con relative riflessioni e piani di gruppo di cui mi farò portavoce.
Se nel frattempo qualcuno ha preferenze su particolari tipi di posizione da mediogioco lo scriva ed io le metterò sotto analisi dalle mie fonti segrete.
Ma quando possiamo dire siamo in mediogioco, come valutarne i meandri della posizione che abbiamo davanti, ma soprattutto che cosa pensano i giocatori per ore in questa fase?
Mah... ognuno la può pensare come vuole e ci sono varie interpretazioni date da autorevoli Autori sulla definizione di mediogioco:
alcuni la definiscono semplicemente la fase di passaggio dall'apertura al finale (grande scoperta!);
altri dicono che è il momento in cui si concretizzano i prodotti dell'apertura con varie minacce, minaccette e sotterfugi;
altri ancora hanno cercato di farlo iniziare dopo un determinato numero di mosse! Ad es. quanti avranno sentito la logica seguente: nella prima decina di mosse si è nell'apertura, dopo ti fai un bel mediogioco ed al termine ti giochi il finale; scusate, ma ci sono aperture che finoscono anche attorno alla ventesima mossa o giù di lì, quindi boccerei quest'ultima definizione.
Altri ancora dicono che il mediogioco finisce quando vengono cambiate le Donne o le Donne ed i pezzi pesanti, quindi vorrebbe dire che il mediogioco si ha solo con la Donna che scorrazza per le 64 caselle?
Chi ha una visione più teologica preferisce dire che è stato Dio a inserire il mediogioco tra apertura e finale per allungare la partita.
Ma tutte queste versioni dicono tutto e non dicono niente.
Un libro che, anche se datato, dal mio punto di vista aiuta molto è
Il Mediogico nella moderna partita a scacchi di Snosko-Boronsky.
La logica di fondo per dire <siamo nel mediogioco> potrebbe essere la seguente:
la maggior parte dei pezzi (miei e/o del nemico di turno) sono idealmente pronti a dar battaglia e la posizione è tale che è arrivato il momento di scegliere in modo chiaro e definito il piano di battaglia (pur mantenendo ancora qualche possibilità di cambiamento).
La Donna è essenziale? Nella vita forse, sulla scacchiera NO.
Infatti le cose possono essere complicate e difficili anche senza le Donne, ad es. se è l'unico pezzo cambiato significa che tutti gli altri sono ancora sul campo a fare casino, ed anche notevole.
Viceversa le posizioni di mediogioco possono essere semplici e lineari anche con le Donne in campo.
Quindi non diamo alle Donne ciò che non devono avere (e questa non è discriminazione!).
Ancor più importante del mediogioco, che ognuno gli può dare la definizione che più gli aggrada, è rilevante saper cogliere il momento di passaggio dall'apertura al mediogioco e dal mediogioco al finale. Perchè anche se una partita dovrebbe seguire una logica lineare, di fatto nei tre momenti della partita cambia l'obiettivo del giocatore:
Apertura => preparazione,
Mediogioco => concretizzazione,
Finale => Annientamento.
Diversi obiettivi equivalgono a diverso modo di porsi le domande sul da farsi, al diverso modo di ragionare e di scegliere la disposizione dei pezzi. Caso eclatante è il Re: in Apertura e Mediogioco lo si mette e si lascia al sicuro, in finale diventa il beniamino della contrada ed un protagonsista non indifferente dell'opera che si sta giocando.
Riassumendo: che abbiamo detto finora?
A noi sta a dire cosa sia il mediogioco. Oserei affermare, ma questo è solo un mio pensiero, che non è solo la posizione sulla scacchiera a definire in che fase della partita siamo, ma è la disposizione mentale del giocatore a definire se è nel suo mediogioco. Suo? E che significa?
Se accettiamo l'idea sta al giocatore disporsi mentalmente e dire sono in mediogioco, allora l'avversario la può pensare diversamente, quindi questa fase della partita può essere vissuta in un modo da tale giocatore Caio ed in un altro modo da tale giocator Sempronio. Esemplifico dicendo cose che per alcuni dogmatici potrebbero essere delle gran c.....e, ma sono un promotore del pensare alternativo.
Una variante che gioco spesso e con ottimi risultati è la
Variante di cambio della Spagnola:
1.e4 e5 2.Nf3 Nc6 3.Bb5 a6 4.Bxc6 dxc6 5.O-O
Sono passate solo cinque mosse ma ogni volta che la faccio io penso: <per me l'apertura è finita, adesso concretizziamo il vantaggio>, difatti lo sviluppo sul lato di Re è finito e, in base alle scelte del Nero, si deciderà se giocare al centro o sul lato di Re o, raramente, su quello di Donna, ma dopo d3 o d4 il Bianco sa già cosa fare: le Torri stanno bene dove sono, il tre pedoni a-b-c stanno bene dove stanno finchè il Nero non inizierà a minacciarli o ad avanzare i suoi, resta solo dividere per bene la scacchiera in due e farsi un pedone passato ed il gioco è fatto.
Obiettivo? Cambiare i pezzi ed entrare dritto dritto nel finale, e se nel frattempo si creano altre debolezze tanto meglio.
Il Nero d'altro canto non ha un pezzo fuori, non ha arroccato, ed ha un debolezza, quindi per lui è logico pensare di essere ancora invischiato nella fase di apertura il cui obiettivo è svilupparsi e arroccare, cosa non facile nè immediata se il Bianco invece che giocare lentamente come si fa in genere in Apertura inizia subito l'attacco al centro o su un'ala.
Quindi direi che questa è una prova palese che è il giocatore a definirsi in che fase della partita è. Può sembrare una logica anomala, infantile, e chi più ne vuol dire dica, ma non è comunque una filosofia da buttare via.
Infatti è importante saper cambiare punto di vista: passare dai pezzi al giocatore, i primi come emanazioni delle volontà del secondo.
Altra domanda a cui rispondere. Che penseranno mai i giocatori nel loro tempo? Mistero della fede.
C'è chi dice: penseranno a tutte le varianti e sottovarianti ed alle loro conseguenze.
Ma io dico, se TU hai scelto un'apertura dovresti padroneggiarne bene il mediogioco e gli obiettivi senza star tanto a perderci tempo.
La Siciliana si prefigge determinati obiettivi, la Spagnola idem, la Caro-Kann pure, la Slava anche,...
Quindi le risposte logiche sono:
- il tuo avversario non sa una pippa di apertura e sta improvvisando sulla fase successiva quindi deve perdere tempo a trovare un piano;
- il tuo avversario non si fida delle tue mosse;
- il tuo avversario non si fida delle sue mosse;
- il tuo avversario non si fida nè delle tue nè delle sue mosse quindi le analizza tutte fino a raggiungere uno stato di emicrania concentrata;
- il tuo avversario sta cercando di leggerti il pensiero e prevedere tutte le tue alternative a cui lui potrà rispondere in un dato modo a cui tu poi controbatterai cosà e così via fino al finale ed al gong della bandierina;
- il tuo avversario non sta pensando alla partita, ma ad altre partite o ad affari suoi;
- al tuo avversario piace mantenerti sulle spine;
- il tuo avversario sa cosa fare, ma vuole vedere se lo sai anche tu (in pratica vuole vedere la tua faccia mentre passa da uno stato calmo ad uno di completa agitazione perchè non sai cosa sta pensando, specialmente se nel frattempo sta annuendo al suo amico immaginario).
Sono tutte logiche anche se forse alcune dipendono dal livello di gioco, ma sono tutte possibili.
Visto che però ci siamo un pò discostati dal tema mediogioco al tema pensiero, lasciatemi darVi un consiglio: pensate mentre pensa l'avversario a cosa rispondere quando muoverà, e se la mossa che avete pensato è quella che gioca rispondete velocemente così Lui si preoccuperà di una tal rapida reazione.
In effetti non è sempre utile pensare alle risposte dell'avversio finchè tocca a Voi il tratto dato che potreste non aver previsto cosa farà il Tizio davanti a Voi. E' più facile immaginare cosa potrebbe Lui fare sul momento e a come invece Voi rispondete. Inoltre il vostro orologio vi ringrazierà sicuramente.
Direi che per ora è tutto. Dal prossimo articolo mi diletterò a riportare i mediogiochi standard con relative riflessioni e piani di gruppo di cui mi farò portavoce.
Se nel frattempo qualcuno ha preferenze su particolari tipi di posizione da mediogioco lo scriva ed io le metterò sotto analisi dalle mie fonti segrete.