Ci si è sempre chiesti come e dove è nato questo gioco che tanti ha affascinato, si parla di Mesopotamia, India e Cina; si dice che sia stato un contabile per far contento il suo sovrano (ed anche sulla fine del contabile ci sono tante storie, per alcuni fu ucciso e per altri fu elogiato), c'è chi dice che era un modo delle guardie per passare il tempo;
ma a me piace pensare che sia di origine divina e per questo posto la seguente storia
La Genesi
In principio era la scacchiera. E la scacchiera era vuota e monocromatica.
E Dio divise la scacchiera in bianco e nero e chiamò il bianco “Case bianche” ed il nero “Case nere” e pose le case bianche e nere in ordine alternato.
E così comandò: che la casa bianca dovesse sempre essere a destra, anche se le Genti non sempre obbedirono al suo Comando. E vide che ciò era buono.
Ma la scacchiera era vuota e nessun pesce o gioco abitava le sue Case.
E Dio creò i pedoni e li fece bianchi e neri. Ed Egli mise i pedoni bianchi ed i pedoni neri in due file, l’una di fronte all’altra, ma non troppo vicine, per conservare il centro libero per le future battaglie.
Ed i pedoni divennero l’anima del gioco, ed Egli vide che ciò era bene.
E per rinforzare gli angoli della scacchiera, Dio vi pose quattro possenti Torri, due bianche e due nere e ciascuna Torre stava al fianco dei pedoni del proprio colore. E le Torri vollero avvicinarsi e colpire le mura avversarie con le proprie possenti catapulte, ma Dio comandò fermamente: “Le Torri siano dietro ai pedoni” e le Torri obbedirono. Ed Egli vide che ciò era bene.
Ed a fianco di ciascuna Torre, Egli pose un Cavallo, in scintillante armatura, a guardare l’entrata della Torre. Ed i Cavalli saltavano sopra i pedoni, avanti ed indietro, ma a Dio ciò non piacque. Ed Egli disse: “Si muova ogni pezzo una volta, prima che alcuno sia mosso due volte”.
Ed i Cavalli vergognandosi, ritornarono ai loro posti dietro ai pedoni,
al fianco delle Torri ed Egli vide che ciò era bene.
Ed Egli nel suo infinito giudizio creò gli Alfieri, perché stessero al
fianco dei Cavalli ad acclamare il suo Nome. E gli Alfieri erano deboli,
poiché ciascuno di essi poteva muoversi solo di due case alla volta. Ma
ecco che l’Avversario, il Nemico, Colui il Cui Nome Non Deve Essere
Pronunciato, s' intromise nel progetto divino.
E Colui il Cui Nome Non Deve Essere Pronunciato urtò leggermente il
braccio di Dio ed ecco gli Alfieri poterono muoversi lungo qualsiasi
numero di case sulla diagonale sulla quale giacevano. Ed un tal atto
equilibratore quale quello perpetrato da Colui il Cui Nome Non Deve
Essere Pronunciato mai s’era visto nell’intera storia della Creazione,
giacché ora gli Alfieri ed i Cavalli, benché in tutto diversi gli uni
dagli altri, ebbero forza assolutamente uguale. Molte furono le ore
trascorse dagli studiosi in discussioni protratte fino a tarda notte,
nel vano tentativo di stabilire quel dei due pezzi leggeri fosse
all’altro superiore, ma mai s' intravide conclusione alcuna.
E fu questo l’inizio della corruzione dell' Uomo per mezzo degli Scacchi.
E Dio vide gli Alfieri al fianco dei Cavalli acclamare il Suo Nome e cantare la Sua
Gloria e vide che ciò era, anche se non proprio perfetto,
ancora del tutto accettabile.
Ed allora Dio creò la Regina. E la Regina, essendo una vera Donna,
iniziò la sua vita coordinando i propri colori. Prima ancora che Dio
potesse aprire la Sua Divina Bocca per comandare alle Donne la loro
posizione, la Dama Bianca si pose sulla Casa Bianca e la Dama Nera
sulla Casa Nera. E così ristettero, orgogliose e solenni, alla massima
distanza l’una dall’altra e solo un pensiero attraversò le loro regali
menti: “Oh no, quella Donna indossa il mio stesso abito, spero che
nessuno se ne accorga”. Ciononostante, le loro regali bellezze dettero
ai pedoni un fine ultimo cui aspirare. E Dio vide che ciò era bene.
E nel sesto giorno, Dio creò il Re. E il Re era il più grande tra tutti
i pezzi e prese posto al centro e la grande croce sulla sua corona fu
la sua Croce da portare. Perché tutti i pezzi amavano e proteggevano il
loro Re e di buon animo donavano la propria vita nel suo nome, ma i
pezzi dell’opposto colore odiavano il Re con altrettanta passione e
volentieri avrebbero affondato i denti nella sua carne, onde farne
scempio; ed anche lo sgozzamento e la disarticolazione non erano del
tutto fuori discussione.
E Dio vide che tutto ciò era un po’ rozzo, ma era ancora bene.
E nel settimo giorno, Dio sedette a riposare e godere il frutto della
Sua Creazione. E mentre osservava la scacchiera bianca e nera ed i
pezzi creati con siffatta arte magistrale, Colui il Cui Nome Non Deve
Essere Pronunciato si avvicinò a passi furtivi, sedette all’altro lato
della scacchiera e con lingua traditrice e biforcuta, sibilò a Dio:
“Una bella partitina a scacchi per passare il pomeriggio?”.
“Be’, veramente volevo tenere da parte questo gioco come dono per l'Uomo”, rispose Dio.
“Ma va là,”, disse Colui il Cui Nome Non Deve Essere Pronunciato, “ci facciamo appena una lampo, che male ne potrà mai venire?”
“Cos’è una lampo?”, chiese Dio, grattando la Divina Testa.
“È una partita veloce, giocata con l’uso di un orologio da scacchi”,
spiegò Colui il Cui Nome Non Deve Essere Pronunciato.
“Non ricordo di aver creato alcun orologio da scacchi”, disse Dio.
“Mi sono preso la libertà di farne uno”, rispose Colui il Cui Nome Non Deve Essere Pronunciato, “Eccolo”.
E Colui il Cui Nome Non Deve Essere Pronunciato pose l’orologio a fianco
della scacchiera, lo caricò, regolò le lancette a cinque minuti e con
un sonoro colpo avviò l’orologio del bianco. E Dio vide il Suo tempo
andarsene ticchettando e quasi fu preso dal panico, ma non per molto.
Ansioso di superare le sterili e desolate terre dell’Apertura di Donna,
giocò 1.e4 ed avviò l’orologio del Diavolo.
E il Demonio sorrise, nel rispondere con la propria mossa. Perché, si sa, molte sono le aperture e di esse ciascuna, a proprio modo, è stata toccata dalla mano di Dio e ciascuna possiede il proprio posto nel Disegno Divino.
Tranne una. Ed il Diavolo scoprì i denti in un sogghigno, nello spingere il pedone c di una Casa, giacché la Caro-Kann viene dai più profondi recessi dell’Inferno; e fu così che giocò 1…c6.
Ma l’Onnipotente non si può facilmente intimidire, giacché anche un male
così violento come la Caro-Kann ha la sua cura. Dopo che 2.d4 d5 furono
rapidamente giocate, Dio stese la Sua mano non a sviluppare un pezzo, ma
per catturare il pedone nero centrale, 3.exd5, giacché l’attacco
Panov-Botvinnik è la spada di giustizia cui spetta di lacerare cotanto
nodo di disperazione e le varianti Classica e Avanzata giaceranno in
rovine ai suoi piedi.
E il Diavolo sbuffò alla prospettiva che le sue belle linee venissero
superate. “Adesso ti becco io”, brontolò, agitando minacciosamente il
suo forcone, mentre del fumo esalava dalle sue narici.
“Tocca a te” Dio rispose imperturbabile, “E, per inciso, è vietato fumare in sala torneo”.
E Satana riprese 3…cxd5 e gli angeli di Dio cantarono la gloria di
Panov e Botvinnik dopo 4.c4, perché così sta scritto in
“Ideas Behind Chess Openings“: “Una linea pericolosa, che ha quasi messo fuori gioco la Caro-Kann”.
Ed alla quarta mossa, il Diavolo fu il primo a sviluppare un pezzo, con
4…Cf6. Per non essere da meno, il Divino Ente balzò col suo equino,
5.Cc3, cui rapidamente seguì 5…e6, e Dio sorrise. Benché fosse del
tutto nota, Egli non era particolarmente ansioso di penetrare la fin
troppo teorizzata linea con l’Alfiere nero in g4, ed era felice di vedere il suo Avversario chiudere la diagonale d’Alfiere. Giocò dunque
6.Cf3, nell’attesa di un vantaggio d’apertura dopo la successiva c4-c5;
ma Colui il Cui Nome Non Deve Essere Pronunciato aveva una sorpresa in
serbo per Lui. E il Diavolo, in maniera propriamente diabolica, si sporse in avanti col proprio Alfiere, 6…Ab4, ed il Divino cuore ebbe un tuffo nell’accorgersi di essersi fatto incastrare a ricadere in quella stessa Apertura di Donna che aveva cercato di evitare fin dalla prima mossa.
Ed il tempo ticchettava via dall’orologio di Dio, mentre Egli cercava di ricordare le continuazioni del Libro, con successo invero scarso, dato che il Libro ancora non era stato scritto ed il meglio che riuscì a trovare fu uno sviluppo banale e disispirato, 7.cxd5 Cxd5 8.Dc2 Cc6 9.Ad3.
E nuovamente Lucifero sorrise. Be’, osservò Dio, sicuramente questo
Avversario sorride un sacco. Ma quel sorriso aveva in se’ una particolare violenza e malizia. Giacché il Demonio penetrò nel Divino territorio e colpì l’Onnipotente con un fulmine dal blu, anzi, in questo caso, dal nero:
9…Cxd4, e Dio fu sospinto indietro nel Suo scranno, giacché nemmeno remotamente aveva Egli prima considerato questa mossa. Non di meno, essa era stata giocata sulla scacchiera di fronte a Lui e spettava ora all’Onnipotente volgere al bene ciò che scaturiva da una brutta situazione. E dopo aver speso alcuni preziosi secondi del Suo orologio per riprendersi dalla sorpresa, Egli prese il Cavallo, giacché nulla di migliore c’era e le poche successive mosse forzate furono giocate rapidamente, 10.Cxd4 Cxc3 11.bxc3 Dxd4.
Un pedone fu perso senza speranza, sì, ma nel settimo giorno Dio creò la
Compensazione. Dopo 12.Ab5+ Re7 il Re dell’Avversario fu spossessato
dell’Arrocco e bloccato al centro.
E Dio si rivolse all’Avversario e disse: “Il tuo Re è spossessato dell’Arrocco e bloccato al centro”.
Ed il Diavolo rispose compiaciuto: “Ho un pedone di vantaggio ed un re
centralizzato è un grande vantaggio nel Finale”.
E Dio rispose: “Penso che manchi qualcosa tra l’Apertura ed il Finale.
Cosa potrebbe essere? Ah sì, penso che vi porrò il Mediogioco”.
E Dio Arroccò, 13.0-0, e il Demonio scoprì i denti, accorgendosi che il
suo vantaggio di materiale stava per essere raddoppiato e che avrebbe
potuto cambiare le Donne. E il Diavolo prese il pedone, 13…Dxc3, e
guardò speranzoso la Donna e la Torre in a1. Purtroppo per lui, era ora
la volta di Dio di sorprendere l’Avversario. Senza un battito di ciglia,
apparentemente incurante della sicurezza della Torre, giocò 14.Da4, ed
il Diavolo comprese che la Torre era immune, e se fosse stato così
sciocco da prenderla, il suo Alfiere sarebbe caduto con scacco, e
l’Alfiere del Bianco sarebbe andato in b2, ed i riflettori si sarebbero
spenti sulla Parte Oscura. Ciononostante, due pedoni devono pur contare
qualcosa, pensò e cercò di consolidare con 14…Ad6 e Dio offrì uno
scambio di adepti con 15.Af4. Ed entrambi gli Alfieri svanirono dalla
scacchiera, stretti in un abbraccio mortale 15…Axf4 16.Dxf4.
“Un po’ di legno è tornato in scatola, ne hai ancora abbastanza da
accendere il fuoco?” chiese sarcastico il Diavolo, movendo la propria
Donna per attaccare l’ultimo Alfiere superstite del bianco, 16…Dc5.
E Dio prese mentalmente nota di creare dei pezzi in plastica e dare
finalmente un taglio alla malconcia metafora del legno. Non volendo
perdere il Suo fedele servitore e benché questi non stesse più cantando
la gloria di Panov e, ehm, quell’altro tizio, Dio spinse un pedone,
17.a4, ma il Diavolo è ostinato. Voleva quell’Alfiere via dalla sua
vista e nulla l’avrebbe fermato, nemmeno se questo avesse significato
causare una tempesta, spianare una città o, in questo caso, avanzare
leggermente un pedone, 17…a6. E benché Dio sapesse di dover muovere
quell’Alfiere prima o poi, pena il vederlo perdersi, prese alcuni
preziosi secondi del suo tempo per creare il Tempo, che subito usò con
grande effetto in 18.Tac1, e la Donna Nera fuggì goffamente, 18…Df5,
e ristette al fianco della sua bianca controparte.
Le Regine si scambiarono gelidi ancorché cortesi cenni, mentre i loro
padroni contemplavano il Cambio. Colui il Cui Nome Non Deve Essere
Pronunciato teneva le dita incrociate (tutte e dodici) per lo scambio,
mentre Dio cercava il modo migliore per evitarlo. Scacchi in h4 e b4
danzarono di fronte ai suoi occhi e finalmente si presero posto nel
Disegno Divino. Dapprima a destra, poi a sinistra, la Donna si mosse,
come un pendolo ben lubrificato, 19.Dh4+ g5 20.Db4+ Rf6.
Il Re dell’Oscuro Signore, benché stanco di correre, stava per prendere
rifugio in g7, e lo stesso Signore Oscuro assaporava il vantaggio dei
due pedoni, quand’ecco fu lanciato un colpo di proporzioni realmente
divine, 21.f4. Il Demonio vacillò all’indietro, nel rendersi conto che
il suo pedone in g5 sarebbe stato l’artefice della sua caduta,
permettendo la decisiva apertura delle linee verso il proprio re.
Ma, cominciando dall’inizio, bisognava affrontare per prima la minaccia
Dd4+, ritirando il Re, 21…Rg7.
“Sai”, sorrise Dio, “credo che mi piaccia questa faccenda del Tempo”.
E, mantenendo il proprio Alfiere sotto attacco, giocò 22.Tc5. Il Diavolo
grugnì e dette alla propria Donna un ultimo addio, senza il quale l’attacco del bianco dopo Txg5+ sarebbe risultato devastante. L’Alfiere ribelle fu alfine catturato, ma a caro prezzo, 22…axb5 23.Txf5 exf5.
Senza più alcun ostacolo a porne in dubbio lo stile, la Dama Bianca
poteva ora mettere da parte ogni pensiero negativo sulla propria ‘mise‘,
e saltare liberamente per la scacchiera. Cosa che, ovviamente, non fece;
perché le Donne, si sa, son così… trovano sempre qualche motivo per
preoccuparsi. Se non è “Questo abito m’ingrassa?”, è “Non ho lasciato
aperto il gas?” o “Sto per essere sacrificata?”, o qualcos’altro. Ma
stiamo divagando.
Mosse al centro ed il Divino Sorriso illuminò l’intera scacchiera,
quando Egli giocò 24.Dd4+, e disse: “Ed ora, credo di possedere il
vantaggio di materiale e la compensazione”.
Il Diavolo sapeva essere la battaglia sulla scacchiera persa, ma continuò a resistere, perché qual mai Demonio avrebbe abbandonato la tenzone senza combattere? Senza grande interesse, ne’ astuti piani dietro ad esse, furono giocate le mosse 24…f6 25.fxg5 Tf8 26.axb5 Rg6,
e la posizione del nero affondo nella più totale disperazione.
“Non importa”, disse il Demonio, “posso sempre giocare veloce e vincere
per il tempo. Tu, o Dio, sei troppo tenero. Vedi, abbiamo entrambi meno
di un minuto. Non ne hai abbastanza per vincere”.
“Ciononostante”, Dio si passò una mano nella barba, mentre giocava 27.Dd6, “sembri aver scordato qualcosa”.
“E cosa sarebbe?”, chiese il Diavolo con aria di sfida.
“L’orologio potrà pur essere il tuo contributo al mondo degli scacchi,
ma l’incremento è mio”, disse il Signore.
Ed il Diavolo emise un urlo che scosse l’intero mondo dalle fondamenta,
dacché si rese conto di aver avuto la peggio. Giocare con l’incremento,
non importa quanto piccolo, non gli lasciava alcuna speranza di
sconfiggere il suo avversario alla bandierina e lo svantaggio di
materiale fu nuovamente determinante. Con un veloce moto della mano,
spazzò i pezzi dalla scacchiera e scomparve in uno sbuffo di fumo.
E Dio interpretò ciò, forse un po’ superficialmente, come un abbandono.
E Dio era molto stanco ora, avendo dissipato le Sue energie in questa
celestial battaglia. Ed Egli convocò presso di Se’ l’Arcangelo
Gabriele e l’Arcangelo gli portò una bevanda energetica, di quel tipo
che, molti anni dopo, sarebbe stato associato alle parole
“Efficacia provata“. E Dio ne bevve, e stette bene.
Ed Egli disse a Gabriele, “Be’, questa è andata. Ma credo di dover
creare qualcosa di un po’ meno stancante, la prossima volta”.
“Eccellente idea, Vostra Onnipotenza”, rispose Gabriele.
“Posso suggerire il Mah-Jonng?”
ma a me piace pensare che sia di origine divina e per questo posto la seguente storia
La Genesi
In principio era la scacchiera. E la scacchiera era vuota e monocromatica.
E Dio divise la scacchiera in bianco e nero e chiamò il bianco “Case bianche” ed il nero “Case nere” e pose le case bianche e nere in ordine alternato.
E così comandò: che la casa bianca dovesse sempre essere a destra, anche se le Genti non sempre obbedirono al suo Comando. E vide che ciò era buono.
Ma la scacchiera era vuota e nessun pesce o gioco abitava le sue Case.
E Dio creò i pedoni e li fece bianchi e neri. Ed Egli mise i pedoni bianchi ed i pedoni neri in due file, l’una di fronte all’altra, ma non troppo vicine, per conservare il centro libero per le future battaglie.
Ed i pedoni divennero l’anima del gioco, ed Egli vide che ciò era bene.
E per rinforzare gli angoli della scacchiera, Dio vi pose quattro possenti Torri, due bianche e due nere e ciascuna Torre stava al fianco dei pedoni del proprio colore. E le Torri vollero avvicinarsi e colpire le mura avversarie con le proprie possenti catapulte, ma Dio comandò fermamente: “Le Torri siano dietro ai pedoni” e le Torri obbedirono. Ed Egli vide che ciò era bene.
Ed a fianco di ciascuna Torre, Egli pose un Cavallo, in scintillante armatura, a guardare l’entrata della Torre. Ed i Cavalli saltavano sopra i pedoni, avanti ed indietro, ma a Dio ciò non piacque. Ed Egli disse: “Si muova ogni pezzo una volta, prima che alcuno sia mosso due volte”.
Ed i Cavalli vergognandosi, ritornarono ai loro posti dietro ai pedoni,
al fianco delle Torri ed Egli vide che ciò era bene.
Ed Egli nel suo infinito giudizio creò gli Alfieri, perché stessero al
fianco dei Cavalli ad acclamare il suo Nome. E gli Alfieri erano deboli,
poiché ciascuno di essi poteva muoversi solo di due case alla volta. Ma
ecco che l’Avversario, il Nemico, Colui il Cui Nome Non Deve Essere
Pronunciato, s' intromise nel progetto divino.
E Colui il Cui Nome Non Deve Essere Pronunciato urtò leggermente il
braccio di Dio ed ecco gli Alfieri poterono muoversi lungo qualsiasi
numero di case sulla diagonale sulla quale giacevano. Ed un tal atto
equilibratore quale quello perpetrato da Colui il Cui Nome Non Deve
Essere Pronunciato mai s’era visto nell’intera storia della Creazione,
giacché ora gli Alfieri ed i Cavalli, benché in tutto diversi gli uni
dagli altri, ebbero forza assolutamente uguale. Molte furono le ore
trascorse dagli studiosi in discussioni protratte fino a tarda notte,
nel vano tentativo di stabilire quel dei due pezzi leggeri fosse
all’altro superiore, ma mai s' intravide conclusione alcuna.
E fu questo l’inizio della corruzione dell' Uomo per mezzo degli Scacchi.
E Dio vide gli Alfieri al fianco dei Cavalli acclamare il Suo Nome e cantare la Sua
Gloria e vide che ciò era, anche se non proprio perfetto,
ancora del tutto accettabile.
Ed allora Dio creò la Regina. E la Regina, essendo una vera Donna,
iniziò la sua vita coordinando i propri colori. Prima ancora che Dio
potesse aprire la Sua Divina Bocca per comandare alle Donne la loro
posizione, la Dama Bianca si pose sulla Casa Bianca e la Dama Nera
sulla Casa Nera. E così ristettero, orgogliose e solenni, alla massima
distanza l’una dall’altra e solo un pensiero attraversò le loro regali
menti: “Oh no, quella Donna indossa il mio stesso abito, spero che
nessuno se ne accorga”. Ciononostante, le loro regali bellezze dettero
ai pedoni un fine ultimo cui aspirare. E Dio vide che ciò era bene.
E nel sesto giorno, Dio creò il Re. E il Re era il più grande tra tutti
i pezzi e prese posto al centro e la grande croce sulla sua corona fu
la sua Croce da portare. Perché tutti i pezzi amavano e proteggevano il
loro Re e di buon animo donavano la propria vita nel suo nome, ma i
pezzi dell’opposto colore odiavano il Re con altrettanta passione e
volentieri avrebbero affondato i denti nella sua carne, onde farne
scempio; ed anche lo sgozzamento e la disarticolazione non erano del
tutto fuori discussione.
E Dio vide che tutto ciò era un po’ rozzo, ma era ancora bene.
E nel settimo giorno, Dio sedette a riposare e godere il frutto della
Sua Creazione. E mentre osservava la scacchiera bianca e nera ed i
pezzi creati con siffatta arte magistrale, Colui il Cui Nome Non Deve
Essere Pronunciato si avvicinò a passi furtivi, sedette all’altro lato
della scacchiera e con lingua traditrice e biforcuta, sibilò a Dio:
“Una bella partitina a scacchi per passare il pomeriggio?”.
“Be’, veramente volevo tenere da parte questo gioco come dono per l'Uomo”, rispose Dio.
“Ma va là,”, disse Colui il Cui Nome Non Deve Essere Pronunciato, “ci facciamo appena una lampo, che male ne potrà mai venire?”
“Cos’è una lampo?”, chiese Dio, grattando la Divina Testa.
“È una partita veloce, giocata con l’uso di un orologio da scacchi”,
spiegò Colui il Cui Nome Non Deve Essere Pronunciato.
“Non ricordo di aver creato alcun orologio da scacchi”, disse Dio.
“Mi sono preso la libertà di farne uno”, rispose Colui il Cui Nome Non Deve Essere Pronunciato, “Eccolo”.
E Colui il Cui Nome Non Deve Essere Pronunciato pose l’orologio a fianco
della scacchiera, lo caricò, regolò le lancette a cinque minuti e con
un sonoro colpo avviò l’orologio del bianco. E Dio vide il Suo tempo
andarsene ticchettando e quasi fu preso dal panico, ma non per molto.
Ansioso di superare le sterili e desolate terre dell’Apertura di Donna,
giocò 1.e4 ed avviò l’orologio del Diavolo.
E il Demonio sorrise, nel rispondere con la propria mossa. Perché, si sa, molte sono le aperture e di esse ciascuna, a proprio modo, è stata toccata dalla mano di Dio e ciascuna possiede il proprio posto nel Disegno Divino.
Tranne una. Ed il Diavolo scoprì i denti in un sogghigno, nello spingere il pedone c di una Casa, giacché la Caro-Kann viene dai più profondi recessi dell’Inferno; e fu così che giocò 1…c6.
Ma l’Onnipotente non si può facilmente intimidire, giacché anche un male
così violento come la Caro-Kann ha la sua cura. Dopo che 2.d4 d5 furono
rapidamente giocate, Dio stese la Sua mano non a sviluppare un pezzo, ma
per catturare il pedone nero centrale, 3.exd5, giacché l’attacco
Panov-Botvinnik è la spada di giustizia cui spetta di lacerare cotanto
nodo di disperazione e le varianti Classica e Avanzata giaceranno in
rovine ai suoi piedi.
E il Diavolo sbuffò alla prospettiva che le sue belle linee venissero
superate. “Adesso ti becco io”, brontolò, agitando minacciosamente il
suo forcone, mentre del fumo esalava dalle sue narici.
“Tocca a te” Dio rispose imperturbabile, “E, per inciso, è vietato fumare in sala torneo”.
E Satana riprese 3…cxd5 e gli angeli di Dio cantarono la gloria di
Panov e Botvinnik dopo 4.c4, perché così sta scritto in
“Ideas Behind Chess Openings“: “Una linea pericolosa, che ha quasi messo fuori gioco la Caro-Kann”.
Ed alla quarta mossa, il Diavolo fu il primo a sviluppare un pezzo, con
4…Cf6. Per non essere da meno, il Divino Ente balzò col suo equino,
5.Cc3, cui rapidamente seguì 5…e6, e Dio sorrise. Benché fosse del
tutto nota, Egli non era particolarmente ansioso di penetrare la fin
troppo teorizzata linea con l’Alfiere nero in g4, ed era felice di vedere il suo Avversario chiudere la diagonale d’Alfiere. Giocò dunque
6.Cf3, nell’attesa di un vantaggio d’apertura dopo la successiva c4-c5;
ma Colui il Cui Nome Non Deve Essere Pronunciato aveva una sorpresa in
serbo per Lui. E il Diavolo, in maniera propriamente diabolica, si sporse in avanti col proprio Alfiere, 6…Ab4, ed il Divino cuore ebbe un tuffo nell’accorgersi di essersi fatto incastrare a ricadere in quella stessa Apertura di Donna che aveva cercato di evitare fin dalla prima mossa.
Ed il tempo ticchettava via dall’orologio di Dio, mentre Egli cercava di ricordare le continuazioni del Libro, con successo invero scarso, dato che il Libro ancora non era stato scritto ed il meglio che riuscì a trovare fu uno sviluppo banale e disispirato, 7.cxd5 Cxd5 8.Dc2 Cc6 9.Ad3.
E nuovamente Lucifero sorrise. Be’, osservò Dio, sicuramente questo
Avversario sorride un sacco. Ma quel sorriso aveva in se’ una particolare violenza e malizia. Giacché il Demonio penetrò nel Divino territorio e colpì l’Onnipotente con un fulmine dal blu, anzi, in questo caso, dal nero:
9…Cxd4, e Dio fu sospinto indietro nel Suo scranno, giacché nemmeno remotamente aveva Egli prima considerato questa mossa. Non di meno, essa era stata giocata sulla scacchiera di fronte a Lui e spettava ora all’Onnipotente volgere al bene ciò che scaturiva da una brutta situazione. E dopo aver speso alcuni preziosi secondi del Suo orologio per riprendersi dalla sorpresa, Egli prese il Cavallo, giacché nulla di migliore c’era e le poche successive mosse forzate furono giocate rapidamente, 10.Cxd4 Cxc3 11.bxc3 Dxd4.
Un pedone fu perso senza speranza, sì, ma nel settimo giorno Dio creò la
Compensazione. Dopo 12.Ab5+ Re7 il Re dell’Avversario fu spossessato
dell’Arrocco e bloccato al centro.
E Dio si rivolse all’Avversario e disse: “Il tuo Re è spossessato dell’Arrocco e bloccato al centro”.
Ed il Diavolo rispose compiaciuto: “Ho un pedone di vantaggio ed un re
centralizzato è un grande vantaggio nel Finale”.
E Dio rispose: “Penso che manchi qualcosa tra l’Apertura ed il Finale.
Cosa potrebbe essere? Ah sì, penso che vi porrò il Mediogioco”.
E Dio Arroccò, 13.0-0, e il Demonio scoprì i denti, accorgendosi che il
suo vantaggio di materiale stava per essere raddoppiato e che avrebbe
potuto cambiare le Donne. E il Diavolo prese il pedone, 13…Dxc3, e
guardò speranzoso la Donna e la Torre in a1. Purtroppo per lui, era ora
la volta di Dio di sorprendere l’Avversario. Senza un battito di ciglia,
apparentemente incurante della sicurezza della Torre, giocò 14.Da4, ed
il Diavolo comprese che la Torre era immune, e se fosse stato così
sciocco da prenderla, il suo Alfiere sarebbe caduto con scacco, e
l’Alfiere del Bianco sarebbe andato in b2, ed i riflettori si sarebbero
spenti sulla Parte Oscura. Ciononostante, due pedoni devono pur contare
qualcosa, pensò e cercò di consolidare con 14…Ad6 e Dio offrì uno
scambio di adepti con 15.Af4. Ed entrambi gli Alfieri svanirono dalla
scacchiera, stretti in un abbraccio mortale 15…Axf4 16.Dxf4.
“Un po’ di legno è tornato in scatola, ne hai ancora abbastanza da
accendere il fuoco?” chiese sarcastico il Diavolo, movendo la propria
Donna per attaccare l’ultimo Alfiere superstite del bianco, 16…Dc5.
E Dio prese mentalmente nota di creare dei pezzi in plastica e dare
finalmente un taglio alla malconcia metafora del legno. Non volendo
perdere il Suo fedele servitore e benché questi non stesse più cantando
la gloria di Panov e, ehm, quell’altro tizio, Dio spinse un pedone,
17.a4, ma il Diavolo è ostinato. Voleva quell’Alfiere via dalla sua
vista e nulla l’avrebbe fermato, nemmeno se questo avesse significato
causare una tempesta, spianare una città o, in questo caso, avanzare
leggermente un pedone, 17…a6. E benché Dio sapesse di dover muovere
quell’Alfiere prima o poi, pena il vederlo perdersi, prese alcuni
preziosi secondi del suo tempo per creare il Tempo, che subito usò con
grande effetto in 18.Tac1, e la Donna Nera fuggì goffamente, 18…Df5,
e ristette al fianco della sua bianca controparte.
Le Regine si scambiarono gelidi ancorché cortesi cenni, mentre i loro
padroni contemplavano il Cambio. Colui il Cui Nome Non Deve Essere
Pronunciato teneva le dita incrociate (tutte e dodici) per lo scambio,
mentre Dio cercava il modo migliore per evitarlo. Scacchi in h4 e b4
danzarono di fronte ai suoi occhi e finalmente si presero posto nel
Disegno Divino. Dapprima a destra, poi a sinistra, la Donna si mosse,
come un pendolo ben lubrificato, 19.Dh4+ g5 20.Db4+ Rf6.
Il Re dell’Oscuro Signore, benché stanco di correre, stava per prendere
rifugio in g7, e lo stesso Signore Oscuro assaporava il vantaggio dei
due pedoni, quand’ecco fu lanciato un colpo di proporzioni realmente
divine, 21.f4. Il Demonio vacillò all’indietro, nel rendersi conto che
il suo pedone in g5 sarebbe stato l’artefice della sua caduta,
permettendo la decisiva apertura delle linee verso il proprio re.
Ma, cominciando dall’inizio, bisognava affrontare per prima la minaccia
Dd4+, ritirando il Re, 21…Rg7.
“Sai”, sorrise Dio, “credo che mi piaccia questa faccenda del Tempo”.
E, mantenendo il proprio Alfiere sotto attacco, giocò 22.Tc5. Il Diavolo
grugnì e dette alla propria Donna un ultimo addio, senza il quale l’attacco del bianco dopo Txg5+ sarebbe risultato devastante. L’Alfiere ribelle fu alfine catturato, ma a caro prezzo, 22…axb5 23.Txf5 exf5.
Senza più alcun ostacolo a porne in dubbio lo stile, la Dama Bianca
poteva ora mettere da parte ogni pensiero negativo sulla propria ‘mise‘,
e saltare liberamente per la scacchiera. Cosa che, ovviamente, non fece;
perché le Donne, si sa, son così… trovano sempre qualche motivo per
preoccuparsi. Se non è “Questo abito m’ingrassa?”, è “Non ho lasciato
aperto il gas?” o “Sto per essere sacrificata?”, o qualcos’altro. Ma
stiamo divagando.
Mosse al centro ed il Divino Sorriso illuminò l’intera scacchiera,
quando Egli giocò 24.Dd4+, e disse: “Ed ora, credo di possedere il
vantaggio di materiale e la compensazione”.
Il Diavolo sapeva essere la battaglia sulla scacchiera persa, ma continuò a resistere, perché qual mai Demonio avrebbe abbandonato la tenzone senza combattere? Senza grande interesse, ne’ astuti piani dietro ad esse, furono giocate le mosse 24…f6 25.fxg5 Tf8 26.axb5 Rg6,
e la posizione del nero affondo nella più totale disperazione.
“Non importa”, disse il Demonio, “posso sempre giocare veloce e vincere
per il tempo. Tu, o Dio, sei troppo tenero. Vedi, abbiamo entrambi meno
di un minuto. Non ne hai abbastanza per vincere”.
“Ciononostante”, Dio si passò una mano nella barba, mentre giocava 27.Dd6, “sembri aver scordato qualcosa”.
“E cosa sarebbe?”, chiese il Diavolo con aria di sfida.
“L’orologio potrà pur essere il tuo contributo al mondo degli scacchi,
ma l’incremento è mio”, disse il Signore.
Ed il Diavolo emise un urlo che scosse l’intero mondo dalle fondamenta,
dacché si rese conto di aver avuto la peggio. Giocare con l’incremento,
non importa quanto piccolo, non gli lasciava alcuna speranza di
sconfiggere il suo avversario alla bandierina e lo svantaggio di
materiale fu nuovamente determinante. Con un veloce moto della mano,
spazzò i pezzi dalla scacchiera e scomparve in uno sbuffo di fumo.
E Dio interpretò ciò, forse un po’ superficialmente, come un abbandono.
E Dio era molto stanco ora, avendo dissipato le Sue energie in questa
celestial battaglia. Ed Egli convocò presso di Se’ l’Arcangelo
Gabriele e l’Arcangelo gli portò una bevanda energetica, di quel tipo
che, molti anni dopo, sarebbe stato associato alle parole
“Efficacia provata“. E Dio ne bevve, e stette bene.
Ed Egli disse a Gabriele, “Be’, questa è andata. Ma credo di dover
creare qualcosa di un po’ meno stancante, la prossima volta”.
“Eccellente idea, Vostra Onnipotenza”, rispose Gabriele.
“Posso suggerire il Mah-Jonng?”